martedì 6 settembre 2011

Obbedienza: comando TERRA

Seconda parte dell'addestramento di base. Il comando "terra" è fondamentale in ogni occasione ma, come non mi stancherò mai di ripetere, se non viene eseguito istantaneamente, perde del tutto la sua utilità. Alla pronuncia del "Terra", il cane deve stendersi immediatamente, con la testa posta tra le zampe anteriori e non deve muoversi fino a che non sarà da noi pronunciato il "via". La correttezza al comando deve essere immediata a prescindere da quello che il cane sta facendo. Dobbiamo arrivare al punto di far eseguire il terra anche ad un ausiliare lanciato all'inseguimento di un selvatico involato!!! E non sto esagerando. I primi passi dell'addestramento devono essere compiuti nel cortile di casa. Stringiamo in mano un biscotto (o qualsiasi altra cosa gradita), e teniamo il pugno appoggiato al suolo. Il cane andrà di sicuro con il naso verso il pugno e quindi noi pronunceremo il comando "terra", spingendo il posteriore del cane verso il basso. Non dovrebbe essere difficile far stendere il soggetto in questo modo. Una volta raggiunta la posizione desiderata apriamo la mano e lasciamo prendere quello che stavamo stringendo. Ripeteremo questo esercizio per più giorni, diverse volte il giorno, ricordandosi sempre di non seccare troppo il cucciolone. Pian piano il cane capirà da solo quello che deve fare per ottenere il premio!
IMPORTANTE: quando il cane è al "terra", non deve alzarsi per nessuna ragione fino a che non glielo ordiniamo noi con il comando via!! Su questo aspetto dobbiamo essere intransigenti se vogliamo ottenere un esecuzione perfetta del comando.
L'esercizio del terra dovrà essere effettuato anche all'aperto, dove il cane, sentendosi più libero, potrebbe non rispondere immediatamente al comando. Non perdete mai la pazienza, ma siate ostinati a far obbedire il vostro ausiliare a tutti i costi, senza picchiarlo, ma mostrando estrema fermezza e decisione.
Questo comando potrà essere utile veramente in ogni occasione e ricordatevi che un cane corretto, a parità di caratteristiche venatorie con un cane non corretto, può farvi anche triplicare il carniere!

lunedì 5 settembre 2011

Obbedienza: comando QUI

Fine dell' estate. Tornano quindi gli aggiornamenti del blog. In questo post racconterò brevemente come procede la mia avventura nell'addestramento di Alex ai comandi principali.
Prima di portare un cane in giro, libero, credo che sia indispensabile che questo risponda senza esitazione alla nostra chiamata accorrendo da noi a prescindere da qualsiasi cosa stia facendo.
Il comando QUI: tanto banale quanto importante. Questo comando sta alla base di ogni addestramento e non sbaglio di molto se affermo che la maggior parte dei cani non risponde in modo dovuto a questo comando. Dobbiamo abituare il cane a chiamarlo a noi pronunciando il comando "qui", seguito dal nome del cane, senza aggiunte tipo "qui bello", "dai qui","vieni qui", cosa che servirebbe solo a confonderlo o quanto meno a rendere il nostro comando fraintendibile. Fin dalle prime volte che chiamiamo il cane, dobbiamo essere sicuri di trovarci nella condizione che il cane non possa non obbedire, il comando deve essere pronunciato in modo autoritario ma senza urlare e stando fermi senza inseguire il cane in lungo e in largo. Una volta pronunciato "qui" dobbiamo fare in modo (anche facendoci aiutare da qualcuno) che il cane venga nell'esatto punto da cui l'abbiamo chiamato. Psicologicamente infatti deve entrare nell'ordine di idee che non può fare a meno di non rispondere ad un nostro comando. Una volta arrivato non dobbiamo risparmiarci in complimenti e possiamo anche ricompensarlo con del cibo. Specialmente i primi tempi non dobbiamo chiamare il cane senza un motivo valido. Nel caso ci trovassimo davanti a un soggetto particolarmente recidivo, non dovremo mai ricorrere alle maniere forti. Un metodo molto funzionale per correggere il comportamento del nostro ausiliare potrebbe essere questo: ci mettiamo in un punto e consegniamo il cane, legato al guinzaglio, ad un amico. Lo facciamo allontanare e poi lo chiamiamo. Alla nostra chiamata il cane verrà condotto da noi con solerzia, e non appena arrivato lo premieremo. Ripetiamo l'esercizio finché il soggetto non accorrerà da noi di sua spontanea volontà non appena sente il "qui" e pian piano allunghiamo il guinzaglio facendolo sentire sempre più libero. Non appena l'esercizio sarà effettuato alla perfezione toglieremo la corda.  In questo modo, anche i soggetti più ostinati raggiungeranno una perfetta esecuzione del comando. Con alex questo metodo ha funzionato e posso assicurarvi che non ha ricevuto nemmeno uno sculaccione! Adesso, a 5 mesi, risponde alla perfezione alla chiamata. Cosa non comune per un cucciolo.

martedì 7 giugno 2011

Prime uscite

Adesso il cucciolo ha circa 70 giorni e quindi credo che sia arrivato il momento di portarlo un po' in giro in modo che conosca più cose possibili, veda le persone e soprattutto gli altri cani. Questo aspetto è importante in quanto, così facendo, cresciamo un cane tranquillo e abituato agli altri "esseri" che lo circondano e quando lo porteremo a caccia quindi non sarà distratto da niente e potrà concentrarsi sul suo lavoro. Ovviamente, in quanto prima volta, è stata un' uscita tranquilla.









sabato 28 maggio 2011

Ecco Alex!

Sono felice di presentarvi Alex! Un cucciolo di kurzhaar che ho appena preso da Stefano Panerai all' allevamento di Montecarelli. Adesso ha 2 mesi, speriamo diventi un buon cacciatore! Sul blog seguirò passo passo le fasi dell' addestramento; intanto inserisco alcune sue foto. A voi i giudizi!




martedì 17 maggio 2011

Nuova ordinanza per il taglio delle code

Vi riporto le ultime modifiche che ci sono state rispetto alla legge del 4 novembrc 2010,  n.  201 che consentiva il taglio delle code ai cani da caccia. Il 16 maggio è stato deciso di eliminare queste modifiche e di prendere alla lettera questo articolo della convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia :



Articolo 10 – Interventi chirurgici
1. Gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compa­gnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi debbono essere vietati, in particolare:



a) il taglio della coda;
b) il taglio delle orecchie;
c) la recisione delle corde vocali;
d) l’esportazione delle unghie e dei denti.

2. Saranno autorizzate eccezioni a tale divieto solamente:



a) se un veterinario considera un intervento non curativo necessario sia per ra­gioni di medicina veterinaria, sia nell’interesse di un determinato ani­male;
b) per impedire la riproduzione.

3. a) gli interventi nel corso dei quali l’animale proverà o sarà suscettibile di pro­vare forti dolori debbono essere effettuati solamente in anestesia e da un ve­terinario o sotto il suo controllo;



b) gli interventi che non richiedono anestesia possono essere praticati da una persona competente in conformità con la legislazione nazionale.



Mi astengo dal commentare e lascio a voi il compito di giudicare se sia meglio recidere la coda a un piccolo di 8 giorni sotto anestesia o se rischiare che un cane adulto se la rompa durante l'esercizio della caccia arrecandogli inutili sofferenze.

sabato 14 maggio 2011

Il kurzhaar e la caccia

Ovviamente la maggior parte dei lettori del blog utilizzeranno il kurzhaar principalmente per la caccia e quindi mi è sembrato doveroso pubblicare un post in cui parlerò dello stile e del comportamento di questa razza sul campo di caccia. Premetto che ogni cacciatore avrà le sue esigenze, però non credo di sbagliare se  dico che il kurzhaar è un cane molto duttile e adatto a tutti i tipi di cacciatori grazie alla sua grande adattabilità ad ogni tipo di ambiente e selvatico, caratteristica questa propria della maggior parte dei continentali. Durante l'azione di caccia il kurzhaar mantiene un' andatura media che si mette al centro tra il galoppo veloce del setter inglese e il trotto blando del bracco italiano, la cerca è minuziosa, attenta ad ogni tipo di emanazione e non appena il cane è sicuro della presenza del selvatico ci mostra una ferma sicura. Difficilmente perderemo un animale fermato da un kurzhaar dato che la guidata, in caso di spostamento del selvatico, è molto elegante e dolce e il fine olfatto di questo cane gli permette di mantenere una distanza tale da non spaventare l'animale. Altra caratteristica molto apprezzata da molti cacciatori è il forte "collegamento"  che viene mantenuto con il padrone che non deve mai sgolarsi per richiamare il cane o stare ore senza trovarlo dato che, da solo, il kurzhaar riesce a capire quando può allungare di più, per esempio in un campo aperto, oppure quando deve agire a più corto raggio come avviene in una macchia fitta. Per quanto riguarda i tipi di selvatici che possono essere insidiati con questo ausiliare, posso dire che la lista è molto lunga e spazia tra le specie stanziali come fagiano, starna, coturnice e lepre alle specie migratrici come beccaccia, quaglia e beccaccino. Ovviamente ogni tipo di selvatico necessità di specifiche tecniche di caccia e il nostro kurzhaar dovrà essere bravo nel sapersi adattare alle loro caratteristiche.